giovedì 18 aprile 2013

L'arrancata della Memoria

Ieri, ancora una volta, i runners di tutto il mondo e nello specifico quelli pisani, hanno saputo dare la giusta risposta alla follia di Boston. Alcuni nei giorni scorsi si stupivano di come mai 3 morti in una Maratona siano più "importanti" di una quarantina di morti nello stesso giorno in Somalia. Ovviamente non ci sono classifiche in questi ragionamenti, spezzare una vita umana con un atto di violenza è una chiara espressione della follia umana, sia questo atto conseguenza di una guerra, sia questo atto conseguenza di un attentato terroristico (che poi sempre guerra è).

Il fatto che i tre morti di Boston e la situazione più in generale abbia colpito di più l'opinione pubblica è dovuto, a mio avviso, ad un paio di semplici fatti: il primo è che la corsa in generale e la Maratona in particolare sono sport che tutti possono fare, che non c'è bisogno di attrezzature particolari per farli e, avendo a disposizione una strada ed un paio di scarpe (ma anche senza), possiamo iniziare a fare tutti a qualsiasi età. Il secondo è proprio legato a questa normalità; la bomba non è esplosa all'arrivo degli atleti, ma all'arrivo delle persone normali, quelle che se va bene ci mettono 4 ore a finire ... è proprio in questo attacco alle persone normali, non a quelle eccezionali (siano esse atleti o capi di stato) che sta l'atto di terrore al quale reagire invece continuando ad essere "normali" ed a vivere "normalmente".

Noi da runners ci abbiamo provato correndo una decina di Km per Boston, ieri con partenza da Piazza dei Miracoli. Ci sono tante foto sul nostro gruppo facebook, ma mi piace segnalare questa qui sotto, perchè le ragazze "in borghese" che sono sedute davanti, sono esattamente di Boston, trovate per caso fra le centinaia di turisti che ieri affollavano la Piazza più bella del mondo. Ecco, ieri eravamo tutti concittadini.

 
 
In aggiunta voglio anche postare un pensiero che mi è venuto spontaneo pensando a Martin, il bimbo morto a Boston, mentre aspettava il padre alla fine della Maratona ... non è possibile per chi ha figli e fà questo sport non immedesimarsi.
 
 
Martin sono Giulia ed Alice che mi aspettano alla fine della Maratona di Parigi, sono Mati e Pippo che corrono con Felicino alla fine della PisaMarathon, sono i nostri bimbi e le nostre bimbe che sono orgogliosi (chi più chi meno) di avere dei genitori così folli da re-inventarsi ad età avanzata dei Maratoneti. Loro, i vigliacchi, hanno voluto colpire proprio noi, quelli "normali", quelli che se va bene ci mettono 4 ore e che hanno le famiglie ed i nostri Martin ad aspettarci. Lo ridico, noi dobbiamo continuare a vivere nella normalità anche questa nostra passione e non cedere alla paura, per noi ... e per Martin.

Nessun commento:

Posta un commento