Nonostante io organizzi la PisaMarathon da “pseudo” atleta,
Firenze è la mia Maratona. L’ho corsa tre volte, è stata la mia prima e il
primo amore ... Devo dire che quest’anno ha avuto un sapore speciale, proprio
perchè dalla delusione di essermi fermato lo scorso anno e averci messo,
camminando per gli ultimi km, almeno 20 minuti in più della previsione, era
partita l’idea della sfida dei 365 giorni e quindi mi volevo dimostrare che
quella sfida sarebbe stata utile anche a finire meglio la fatica di questa
corsa.
Quest’anno poi, farla 3 settimane dopo NY era anche un po’
rischioso, sia dal punto di vista fisico che, soprattutto, da quello mentale.
NY ti appaga mentalmente, come dice un mio amico, un po’ ti “disadatta”, perchè
non è pensabile di riprovare quelle sensazioni da un’altra parte, figuriamoci
dopo pochi giorni. Lo stimolo, anche qui, è venuto dagli amici, primo fra tutti
il solito Felicno (al quale continuo a volere bene nonostante lui ... s’avesse
a preoccupà) che ci ha spinto a fare, come gruppo degli SPQR (Sono Pisani
Questi Runners), l’iscrizione 10 mesi prima; a quel punto ci sei, sei iscritto,
che fai non ci provi?
Poi fra l’altro averla corsa per circa 30 km in compagnia ad
un bel ritmo, ovviamente ha aiutato il risultato finale che mi ha portato a
correre per la prima volta sotto le 4 ore (3.56) migliorando di 5 minuti il
tempo già record di NY e lasciandomi la sensazione che posso fare anche
meglio,visto che anche in questa occasione, sono arrivato in spinta e non
distrutto completamente, come mi è successo sempre tranne a NY.
Unico rammarico quello di aver lasciato gli amici intorno al
trentesimo (ma stavo troppo bene e non volevo rallentare) soprattutto Letizia
che poi è arrivata solo 30 secondi dietro di me ... ma davvero non me ne ero
accorto; peccato perchè forse insieme saremmo potuti andare anche meglio.
L’immagine di questa Maratona sta certamente nella partenza
con lo striscione, come da foto allegata, ma anche nell’ultima curva prima di
Piazza Santa Croce, dove il pippone di Felicino (sì perchè lui ha le idee, ma
poi le pratica a metà) mi ha gridato il suo incitamento. Sinceramente non ho
neanche capito che cacchio mi ha detto, ma quell’urlo mi ha dato la spinta
finale per completare i famosi, ultimi, 195 metri, che quando fai una Maratona,
non sono proprio cortissimi.
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