Che dire ... dopo qualche mese l’emozione ancora non è
passata … e forse la Maratona più famosa del mondo la si può condensare solo in
questo pensiero. D’altra parte ci deve essere un motivo se questa Maratona, che
non è la più vecchia al mondo, non è neanche paesaggisticamente la più bella,
il cui percorso è veramente complicato è LA MARATONA. Il motivo è questa
sensazione di pelle d’oca che ti prende quando ne parli, anche a distanza di
mesi; è nella sensazione che ho provato all’arrivo e che credo di aver
degnamente descritto nel mio post dell’epoca ... non a caso il più letto di
questo blog.
Già solo la partenza in aereo è particolare. Parti il
Giovedì e nel tuo aereo ci sono solo Maratoneti e loro accompagnatori ... non
si parla d’altro che di scarpe, tabelle, ritmi, ponti. Arrivi a NY e tutti gli
aerei sbarcano gente così, quindi l’aeroporto diventa una sorta di expo in
anticipo dove tutti calzano scarpe da running (si dovessero perdere i bagagli,
almeno corri). La città è pienissima di gente che invade i negozi (e se questo
facesse un po’ pensare chi rappresenta i commercianti pisani, per esempio); che
poi già NY è un crogiuolo di razze e lingue, ma in quei giorni forse si esagera.
A parte la Maratona in sè, che ho già descritto nel mio post
dell’epoca, ho corso in Central Park per tre volte. La prima il Venerdì,
insieme agli altri partecipanti della Effetto, con la sapiente guida di Franca
Fiacconi. Pioggerellina e 8 km in tranquillità. Poi il Sabato prima della gara
per quattro km, gli stessi che ho corso anche il Lunedì a gambe di marmo.
Se ripenso al giorno della Maratona riesco a ricordare ogni
singolo metro, ancora oggi; rivedo le facce dei bambini alle quali ho dato il
“5”, le grida dei milioni di persone che mi hanno portato in carrozza
all’arrivo, ricordo la sensazione all’arrivo, la stanchezza terribile del dopo,
anche la doppia cena della sera, alle 18 dal fratello di una collega che ha un
Ristorante toscano al Queens e alle 20,30 insieme agli altri corridori in un
altro ristorante italiano in centro.
Di NY mi rimangono tanti bei ricordi e tante sensazioni
splendide ... uno dei più strani è quello delle 3 ore di attesa in partenza. A
pensarci ora mi pare impossibile aver aspettato tutto quel tempo lì, ma in
effetti quando c’ero il tempo è volato davvero. Era strano, in pochi parlavano,
i più, fra cui io, eravamo lì a cercare un po’ di calore per ripararsi dal
freddo improvviso di quel giorno (15 gradi in meno rispetto alla mattina prima),
cercando di godersi ogni istante anche di quei momenti che, solitamente, sono
noiosi. Insomma, a NY, anche i momenti di noia te li vuoi godere fino in fondo
... lo ripeto, sarà forse per questo che è LA MARATONA e che, ogni volta che ci
penso (anche ora) mi viene voglia di riandarci. D'altra parte il faccione prima (teso) e dopo (felice) penso diano l'idea precisa di quello che ho scritto.
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