mercoledì 22 gennaio 2014

-9 New York New York



Che dire ... dopo qualche mese l’emozione ancora non è passata … e forse la Maratona più famosa del mondo la si può condensare solo in questo pensiero. D’altra parte ci deve essere un motivo se questa Maratona, che non è la più vecchia al mondo, non è neanche paesaggisticamente la più bella, il cui percorso è veramente complicato è LA MARATONA. Il motivo è questa sensazione di pelle d’oca che ti prende quando ne parli, anche a distanza di mesi; è nella sensazione che ho provato all’arrivo e che credo di aver degnamente descritto nel mio post dell’epoca ... non a caso il più letto di questo blog.

Già solo la partenza in aereo è particolare. Parti il Giovedì e nel tuo aereo ci sono solo Maratoneti e loro accompagnatori ... non si parla d’altro che di scarpe, tabelle, ritmi, ponti. Arrivi a NY e tutti gli aerei sbarcano gente così, quindi l’aeroporto diventa una sorta di expo in anticipo dove tutti calzano scarpe da running (si dovessero perdere i bagagli, almeno corri). La città è pienissima di gente che invade i negozi (e se questo facesse un po’ pensare chi rappresenta i commercianti pisani, per esempio); che poi già NY è un crogiuolo di razze e lingue, ma in quei giorni forse si esagera.

A parte la Maratona in sè, che ho già descritto nel mio post dell’epoca, ho corso in Central Park per tre volte. La prima il Venerdì, insieme agli altri partecipanti della Effetto, con la sapiente guida di Franca Fiacconi. Pioggerellina e 8 km in tranquillità. Poi il Sabato prima della gara per quattro km, gli stessi che ho corso anche il Lunedì a gambe di marmo. 

Se ripenso al giorno della Maratona riesco a ricordare ogni singolo metro, ancora oggi; rivedo le facce dei bambini alle quali ho dato il “5”, le grida dei milioni di persone che mi hanno portato in carrozza all’arrivo, ricordo la sensazione all’arrivo, la stanchezza terribile del dopo, anche la doppia cena della sera, alle 18 dal fratello di una collega che ha un Ristorante toscano al Queens e alle 20,30 insieme agli altri corridori in un altro ristorante italiano in centro. 

Di NY mi rimangono tanti bei ricordi e tante sensazioni splendide ... uno dei più strani è quello delle 3 ore di attesa in partenza. A pensarci ora mi pare impossibile aver aspettato tutto quel tempo lì, ma in effetti quando c’ero il tempo è volato davvero. Era strano, in pochi parlavano, i più, fra cui io, eravamo lì a cercare un po’ di calore per ripararsi dal freddo improvviso di quel giorno (15 gradi in meno rispetto alla mattina prima), cercando di godersi ogni istante anche di quei momenti che, solitamente, sono noiosi. Insomma, a NY, anche i momenti di noia te li vuoi godere fino in fondo ... lo ripeto, sarà forse per questo che è LA MARATONA e che, ogni volta che ci penso (anche ora) mi viene voglia di riandarci. D'altra parte il faccione prima (teso) e dopo (felice) penso diano l'idea precisa di quello che ho scritto.









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